EMERGENZA TERREMOTO ITALIA 2016

EMERGENZA TERREMOTO CENTO ITALIA
 
Aggiornamento 02-12-2016
 
Comunichiamo che, grazie ai soldi raccolti, offriremo
aiuto all'opera "Mensa di Santa Chiara" in Rieti.
 
Siamo in attesa di ricevere un messaggio di conferma
da parte dei responsabili della mensa, unitamente
ad alcune fotografie che pubbilcheremo nel nostro sito.
 
Grazie a tutti per l'aiuto offerto.
 
 
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Terremoto 1
 
 
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Per donare tramite Conto Corrente Bancario o Postale:
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Per utilizzare Carte di Credito o Pay Pal:
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La causale da indicare per la donazione:
TERREMOTO CENTRO ITALIA
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GRAZIE
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DETRAIBILITA' FISCALE
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Informiamo che per le erogazioni liberali a favore dell'associazione è possibile
ottenere la DETRAIBILITA' FISCALE per le Persone Fisiche pari al 26% .
Consulta l'avviso completo in fondo alla Home Page del sito.

 

 

EMERGENZA TIFONE AD HAITI 2016

 
IN AIUTO ALLA POVERISSIMA POPOLAZIONE DI WAF JEREMIE
 
"Si potrebbe pensare di aiutare a ricostruire la casa di chi l’ha persa, 
sostenendo le persone di Waf Jeremie che hanno perso tutto" (suor Marcella)

 

 

AGGIORNAMENTO 13-01-2017

 

Grazie alle donazioni ricevute, doneremo la cifra di 1000,00 €

a suor Marcella per aiutare gli abitanti di Waf Jeremie.

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Causale per le donazioni: TIFONE HAITI
 
Tifone Haiti 1
  
Tifone Haiti 3
 
Causale per le donazioni: TIFONE HAITI 
 
 
 

AGGIORNAMENTO 16-10-2016

 

Trasmettiamo l'ultimo messaggio inviatoci da suor Marcella nel quale descrive la situazione in Haiti e indica come indirizzare gli aiuti più urgenti.
Vorremmo contribuire 
anche noi, in particolare rispondendo all'appello: "Si potrebbe pensare di aiutare a ricostruire la casa di chi l’ha persa, magari sostenendo le persone di Waf Jeremie che hanno perso tutto al paese".

Promuoveremo una raccolta straordinaria di fondi e inteverremo anche con quanto sarà possibile direttamente dall'associazione.

Diffondete questo nostro appello perchè si possa portare molto aiuto a chi è rimasto senza una casa. 
Grazie a tutti.

 

ASSOCIAZIONE KAY LA  

 

 

IL MESSAGGIO DI SUOR MARCELLA CATOZZA

 

Carissimi il tempo è poco quindi non ne abbiate a male se scrivo una mail comune a tutti voi che mi avete chiesto notizie.

La situazione a Port au Prince ed a Waf Jeremie non sembra aver risentito del passaggio di Matthew che ha invece travolto zone abbastanza distanti da noi. Mi è arrivata una mail dei padri Camilliano che hanno proprio in quella zona un confratello, padre Massimo con cui non sono ancora riusciti a mettersi in contatto. Ve la giro direttamente:

"È già di 339 morti, il bilancio dei morti ad Haiti per il passaggio dell’uragano Matthew, secondo quanto reso noto dal governo locale, citato dalla BBC, stamattina. L’uragano ha toccato terra alle sette del mattino del 5 ottobre, con venti superiori ai 230 chilometri orari".
Secondo la Protezione Civile di Haiti, circa 50 persone sono morte nella sola città meridionale di Roche-a-Bateau, mentre a Jérémie, dove c’è Padre Massimo Miraglio e dove tanto abbiamo fatto in questi anni per costruire il Centro Ospedaliero la cura delle lesioni cutanee “Saint Camille”, l’80% degli edifici è stato devastato.
I nostri missionari, in particolare Padre Robert Daudier, delegato del Padre Provinciale per Haiti non è ancora riuscito a mettersi in contatto con Padre Massimo. Si sono interrotti, infatti, i collegamenti telefonici e le strade che collegano Port au Prince a Jérémie sono impercorribili.
L’Unicef ha lanciato l’allarme e parla di 4 milioni di bambini a rischio per l’acqua contaminata tant’è che si sono manifestati immediatamente i primi casi di colera.

Da noi pochissimi danni, alcuni gazebo caduti ed un tetto di paglia volato via, cose facilmente ricostruibili e sicuramente con l’aiuto di tanti amici potremo ricostruirli presto.

Ogni giorno l’ONU ci manda bollettini per tenerci aggiornati sulla situazione e stanno arrivando davvero tanti aiuti sia in beni primari che in denaro. Io ho intenzione di chiedere in Nunziatura se c’è qualche realtà particolarmente provata da sostenere perché in tanti mi chiedono di aiutare e se riusciremo a creare un fondo vedremo come gestirlo al meglio magari per ricostruire. 

Qui a Waf la gente è tutta originaria di Jeremie, il paese che dicono essere stato praticamente cancellato. E non solo: raccolti distrutti e bestiame travolto dall’acqua. Se nell’immediato arrivano gli aiuti umanitari, nel futuro non si sa come questa gente già povera potrà vivere.

So che alcuni di voi stanno promuovendo raccolte straordinarie per Haiti: impieghiamoli su progetti mirati di aiuto vero a questa gente. 
Si potrebbe pensare di aiutare a ricostruire la casa di chi l’ha persa, magari sostenendo le persone di Waf Jeremie che hanno perso tutto al paese. Anche tra il mio staff alcuni hanno perso la mamma, il papà, sorelle e fratelli.
Tutti hanno perso la casa, i campi, gli animali.
In tre mi hanno chiesto di partire perché non riescono ad avere notizie dei parenti e subito sono state rimpiazzate nei turni dagli altri.

Potremmo vedere chi tra la mia gente ha perso tutto e dare loro una somma in denaro per organizzarsi per la ricostruzione o per ricomprarsi una mucca.
Io non potrò seguire la cosa direttamente come ho potuto fare qui dopo il terremoto, i luoghi sono lontani da qui diverse ore di macchina, le strade impercorribili e poi adesso devo accompagnare le due famiglie che domani mattina saranno qui per iniziare a costruire con me quest’opera.

Certo c’è il rischio che invece che ricomprarsi la mucca cerchino di comprarsi un visto per la Repubblica Domenicana ma…. chi non lo farebbe? Rischiamo sulla loro libertà perché la carità nasce non dalla pretesa di dire all’altro come deve usare i nostri soldi, ma da una gratuità totale, libera dall’esito.

Quindi riassumendo i bisogni che vedo:

- ricostruzione dei gazebo caduti e del tetto volato via

- sostegno ai dipendenti dell’opera Vilaj Italien che hanno perso parenti e case e terra e bestiame

- risposta ai bisogni che la Nunziatura segnalerà 

Vi tengo aggiornati, un caro abbraccio a tutti.

 

Suor Marcella

 

***

 

EMERGENZA TIFONE AD HAITI 
 
 
Riceviamo molte richieste di informazioni sulla situazione ad Haiti dopo il passaggio del terribile tifone Matthew.
 
Riportiamo i messaggi che suor Marcella ha scritto e pubblicato nel sito del "Villaggio Italiano".
 
Valuteremo la possibilità, dopo aver parlato direttamente con suor Marcella stessa, di effettuare un intervento di aiuto speciale.
 
Non appena sarà possibile invieremo informazioni più aggiornate.
 
 
ASSOCIAZIONE KAY LA
 
 
 
 
Da suor Marcella, venerdì 7 ottobre 2016
 
Le notizie che arrivano da Haiti non sono troppo belle. Il passaggio di Matthiew pare abbia provocato molti danni in alcune zone del paese causando la morte di 128 persone e distruggendo paesi interi. Anche grosse cittadine come Les Cayes o Jeremie pare abbiano riportato ingenti danni ma il ponte che congiunge questo pezzo di 

terra al resto del paese è crollato e quindi è per ora difficile raggiungerli. Gli elicotteri che hanno sorvolato la zona mostrano allagamenti, terre franate, baracche abbattutte e perfino il tetto della chiesa in pezzi. L'UNICEF parla di 2000 bambini evacuati, 100 scuole inagibili il che pregiudicherà nei prossimi mesi circa 24.000 bambini. Si pensa che i danni siano ingenti ma gli ultimi bollettini OCHA parlano di supposizioni visto che le zone non sono ancora state raggiunte e le comunicazioni telefoniche sono interrotte.

La reazione è già scattata: ogni giorno gli operatori umanitari presenti sul territorio si danno appuntamento per capire come ricominciare ancora una volta. Si parla di aiuti alimentari, rischio colera, devastazione di strade e villaggi.

I nostri bambini sono al sicuro in questa scuola dove in tutta fretta è stato allestito un centro di accoglienza. Anche ieri pomeriggio don Luca e madame Alice sono andati a trovarli per vedere che non mancasse loro niente.

Oggi il Ministero del benestare sociale avrebbe fatto un sopraluogo alla Kay e se possibile organizzato il rientro dei bambini.

 
 
 
Da suor Marcella, giovedì 6 ottobre 2016

In tanti mi avete scritto per sapere come il Vilaj Italyen e la kay Pè Giuss hanno affrontato il previsto devastante arrivo  dell'uragano Matthew.

Il pre-allarme era stato dato da giorni sempre però dicendo che Haiti non sarebbe stata particolarmente coinvolta. L'agenzia OCHA delle Nazioni Unite mandava mail ogni giorno,  talvolta anche a distanza di poche ore, per aggiornare la situazione e dare indicazioni in proposito.

A Waf i ragazzi erano tranquilli e per niente preoccupati e sembrava l'avessimo scampata anche questa volta. Poi invece, nella notte di martedi, una telefonata mi raggiunge dalla Nunziatura Apostolica: don Luca, nuovo segretario della Nunziatura mi sta cercando perchè monsignor Nougent, nunzio apostollico in Haiti, è preoccupato per i bambini di Waf. La situazione sta peggiorando, l'uragano ha cambiato rotta e corre verso il golfo di Lagonave se mantenesse questa rotta ci prenderebbe dritti in faccia probabilmente spazzandoci via. Le istituzioni allertano la popolazione a lasciare la zona costiera, si preparano punti di accoglienza di fortuna, si corre contro il tempo. Parlano di baraccopoli che verranno spazzate via con tutta la loro vita, di devastazione imponente, di fame e miseria che ancora una volta sembrano perseguitare la piccola terra d'Haiti.

Alla telefonata di don Luca segue quella di madame Alice, e poi di Ken, gli amici della Nunziatura, quelli dell'Haiti bene che hanno imparato ad amare la nostra casa e la nostra storia con i suoi 130 bimbi davanti al mare che all'improvviso potrebbe diventare nemico. Si coordinano, chiamano polizia e protezione civile e nel cuore della notte, 130 bimbi piccoli piccoli in silenzio salgano su due autobus che sono venuti a prenderli per trasportarli in un luogo sicuro, una scuola del centro città. Prima di salire Elange, responsabile della Kay Nounous, mi telefona, vuole sapere se autorizzo la partenza dei bambini: è calma e so che saprà aiutare i bambini a vivere questa strana avventura senza paura. Autorizzo la partenza e cosi nel cuore della notte la Kay Pè Giuss si svuota, ma non del tutto.... i boys guidati da un sorprendentemente intraprendente Mercidieu restano a proteggere la nostra casa da eventuali malintenzionati che si sentirebbero invitati a saccheggiarla..... siamo sempre a Waf Jeremie!!!

Gli autobus si dirigono al Liceo Petion, un posto sporco, squallido, inadeguato. Il personale della Protezione Civile non vuole accogliere i bambini handicappati che non sono ancra stati prelevati dalla Kay. Gli educatori si ribellano.... hanno imparato a combattere, finalmente alzano la testa: costringono gli autobus a tornare a Waf e prendere i bambini portatori di handicap e chiedono di essere portati in un centro di accoglienza dignitoso: li porteranno a Delmas 3 dove si trovano ancora in attesa che il governo autorizzi il rientro degli abitanti lungo le coste dell'isola.

In tutto questo mi ha commosso chi in Haiti si è mosso pensando ai nostri bambini: don Luca, monsignor nugent, Alice, Ken, Lorraine che li ha seguiti fin nella nuova sistemazione scrivendomi cosa stava succedendo e mandandomi delle foto. Ma anche i tanti amici che attraverso mail, messaggi e telefonate hanno fatto sentire la loro preoccupazione e si sono uniti a me che sulla tomba di san Francesco pregavo per i nostri amici: dagli USA, all'Argentina, dal Brasile all'Italia un popolo domandava.

E Matthew ha sentito... ha deviato... il passaggio frontale non è avvenuto e Waf e la kay sono salve.

Ma la sorpresa più grande gli educatori della Kay: presenti, attenti, svelti e responsabili stanno continuando i loro turni di lavoro nel centro di accoglienza. Si sono mossi all'altezza della situazione, stanno cominciando a sentire la casa come loro: un passo finalmente adulto, si stanno muovendo insieme per costruire qualcosa.

Ora si aspetta che venga dichiarato il cessato allarme per riportare i bambini a casa. Io li raggiungerò lunedi.

Ringrazio tutti quelli che hanno sostenuto questi momenti con la loro preghiera e che hanno reso possibile che non accadesse niente ai nostri bambini ed alla nostra gente: ancora una volta la bellezza della Chiesa si è fatta carne.

P.S. Oggi il nuovo bollettino OCHA riportava la notizia dell'evacuazione dei bambini della kay Pye dous... piedi dolci.... anche don Giuss sta ridendo in Paradiso!!!!!


 
 

HAITI - Lettere di Suor Marcella

HAITI - Lettere di Suor Marcella

 

Carissimi,

trovate in allegato le lettera che suor Marcella ci invia e nelle quali racconta e aggiorna sulla sua opera missionaria in Haiti.

 

"… Il gesto di carità diventa la misura del tuo cuore …

 ... e allora camminiamo insieme perché il gesto che facciamo di amare questi bambini e il loro Destino, voi aiutandoci economicamente e non solo, io dando la vita qui …

 ... che possa diventare la possibilità di un di più di umanità per ciascuno di noi …”

 

Grazie a tutti per l’aiuto che offrite, attraverso l'associazione, alla nostra amica missionaria.

 

 

 

 

ULTIMO AGGIORNAMENTOMARZO 2024

 

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CILE - Lettere

CILE - Lettere di don Alessandro e don Ruben

 

 

Carissimi,

 

pubblichiamo i messaggi che riceviamo dal Cile, dove la nostra associazione è impegnata a collaborare al progetto di sostegno di una mensa dedicata ai più poveri, grazie alla quale famiglie, bambini, anziani e senzatetto possono usufruire dell'unico pasto indispensabile per poter vivere.

 

Ringraziamo don Stefano, don Ruben e don Alessandro che offrono la propria vita come missionari per abbracciare i bisogni dei più poveri.

 

Grazie anche a tutti voi per l’aiuto che offrite, attraverso l'associazione, a questa piccola e preziossisima opera.

Il bene che si compie verso chi ha bisogno e soffre è un grande dono d'amore.

 

 

ASSOCIAZIONE KAY LA - ONLUS

 

 

 

 

 

 

NATALE 2018

 

Cari Amici della Associazione Kayla,

mi faccio vivo in occasione del Natale ormai prossimo con un piccolo pensiero: una lettera che è stata per me come una luce nel contesto di oscurità della fede del tempo presente.

L’antefatto è una riunione degli agenti pastorali della nostra parrocchia.

L’ordine del giorno prevedeva di discutere sull’opportunità di organizzare la recita del rosario dentro la chiesa oppure nelle case e piazze del quartiere (qui in Cile il mese mariano va dall’8 di novembre all’8 di dicembre).

Di fronte all’impossibilità di trovare un accordo e al prevalere di un clima di contrapposizione, mi infervoro e comincio a difendere le ragioni di una proposta più missionaria e vicina alla gente che non frequenta normalmente la Chiesa.

A fare da controparte si erge Ximena, sostenendo in modo irruente che le novità rispetto alle consuetudini consolidate non si possono introdurre senza un’adesione cordiale delle persone coinvolte. La riunione termina con l’approvazione della mia scelta, ma più sopportata che condivisa.

Alla fine dell’assemblea rimaniamo a riordinare la sala Ximena, suo marito ed io, un po’ abbacchiato per non aver saputo coinvolgere gli altri.

Al momento di salutarci, vedo in lei due occhi gonfi dalle lacrime e un abbraccio più stretto del solito. Di colpo vengono giù tutte le barricate della contrapposizione e me ne torno a casa con la curiosità destata da quell’insolita e tanto repentina rappacificazione.

Nella lettera che col suo permesso riporto, mi spiega il motivo della sorpresa.

 

“Ricominciare non è qualcosa che si possa dare per scontato, perché è il frutto di una grazia.

Ricominciare tutti i giorni nella relazione con gli altri è una grazia, la grazia di poter non rimanere ingabbiati in una visione definitiva delle cose, delle situazioni e delle persone.

Parole come avvenimento, memoria di Cristo, cedere, povertà di Spirito e tante altre prima erano sconosciute per me; oggi invece si fanno latenti nelle mie giornate. Mentre scrivo, penso a come va la mia fede di questi tempi.

Penso ai rapporti con le persone che mi circondano, a mio marito, al mio matrimonio che è pieno di alti e bassi e al fatto che le crisi sono superate semplicemente abbandonandomi in Cristo … Mi spiego?

Di fronte a una difficoltà qualsiasi il mio atteggiamento reattivo, appassionato, egoista e individualista mi aveva portato alla confusione. Dio o Satana, il richiamo del mistero di Cristo o il richiamo viscerale del mondo: è diventata una coscienza.

Ci sono persone che arrivano in chiesa con un atteggiamento farisaico, alzando barriere, intossicando l’ambiente (a volte io stessa lo faccio).

Fondamentalmente, ho cominciato a pensare al mio di atteggiamento: a quello che potrei offrire senza porre la speranza nell’altro. Non mi aspetto niente dal prossimo, non pretendo nulla.

Poi penso che l’atteggiamento di chi ho davanti non è misura della sua persona e di conseguenza non mi può dare una visione definitiva di essa.

Continuo a far memoria di Cristo, di come crea situazioni giornaliere che ci spingono nella direzione giusta e riconosco che l’altro è un regalo, mi é dato gratuitamente, non è frutto del caso.

Tutto questo, anche se può sembrare lungo, succede in millesimi di secondo (ho perfino migliorato i miei tempi).

L’imbattersi con le persone si trasforma automaticamente in un cedere, è un abbandonarsi in Cristo perché sono certa che quello che succede é dato da Lui ed ha uno scopo.

Il mio ragionamento mi conduce ad agire con affetto, è una passione per l’altro che non viene da me, è come se un Altro prendesse le redini di me stessa. Gli amici della parrocchia, il sacerdote, la persona che viene in chiesa in cerca di qualcosa, mio figlio, il mio sposo, i miei genitori, tutti coloro in cui m’imbatto sono un regalo di Dio.

O meglio: sarà forse che sono un regalo di Dio e io me lo sto perdendo per il sussurro del demonio che mi vuol far uscire di strada? Ho ceduto a guardare in modo diverso, ad ascoltare in altra maniera, ad avere fiducia di ciò che Dio mi pone davanti agli occhi. Ho capito che ciò di cui ho più bisogno e il tempo in cui deve darsi la risposta non sono quelli che ho in mente io.

Tutto succede nel momento giusto e ogni giorno si trasforma nell’occasione di dimostrare a Dio che sono certa di Lui.”

 

La lettera è indubbiamente una testimonianza del metodo dell’incarnazione che celebreremo tra poco, quel potere dello Spirito di Cristo di entrare nella “carne” dell’esistenza e creare un movimento diverso dal di dentro della persona.

Sono certo di questo perché a una settimana dal fatto, Ximena aveva di nuovo uno sguardo scettico sulle cose della vita.  E questo, paradossalmente, mi ha riempito di pace: non è una perfezione raggiunta ció che sostiene, ma la certezza ben più solida dell’azione di Dio che entrerà di nuovo a cambiare di segno l’esperienza nella sua concretezza quotidiana.

Un abbraccio e i miei migliori auguri di Buon Natale.

 

don Stefano

 

 

 

Nella foto, alcuni dei nostri agenti pastorali

 

Cile 2

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